La Congettura di Henry Gianluca Maleti

La Congettura di Henry

Ci sono passatempi innocui e passatempi pericolosi. Costruire modellini di velieri oppure buttarsi da un ponte con un elastico legato alla caviglia, per esempio.  Leggere è senz’altro un passatempo innocuo; scrivere può diventare un passatempo pericoloso. Perché arrivati a un certo punto, non si torna più indietro.

Ho iniziato – quasi per scherzo –  questo romanzo nell’estate del 2012, durante una lunga vacanza all’Isola D’ Elba, nell’arcipelago Toscano; ho terminato la stesura definitiva due anni dopo, nell’estate del 2014 a Spetses, una delle sette isole del golfo di Saronico, a circa 35 miglia dal porto del Pireo.

Quando ho iniziato non sapevo come si scrive un romanzo.  Non lo avevo mai fatto. Era soltanto un’idea che lentamente prendeva forma nella mia mente. Lungo la strada ho incontrato persone gentili che mi hanno dato buoni consigli. Poi persone competenti che, dopo aver passato le quattrocento cartelle della prima stesura dentro a quelle macchine da cui escono striscioline sottilissime, mi hanno esortato a ricomporne i pezzi.  A ragion veduta. Ringrazio tutti affettuosamente.

Il romanzo si intitola “La congettura di Henry”.  Adesso è finito: posso tornare sul continente, dopo tanto tempo passato su un’isola. 

Un poco mi dispiace, però.

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