Chi Sono

Sono nato nel 1964 – ottima annata per il Sauternes e il Barbaresco – a Modena, città dove vivo e lavoro. Da bambino ho passato più tempo nei cantieri di mio padre che all’asilo: le case in costruzione, i ponteggi, le gru e le betoniere erano il mio parco giochi, il mio personale luna park. I muratori e i carpentieri degli orchi buoni, sporchi di calce e bruciati dal sole.  A dodici anni ho iniziato a tirare linee al tavolo da disegno, quando ancora nessuno immaginava che i computer avrebbero imparato a disegnare, e non ho più smesso. L’edilizia e l’architettura mi erano entrate nel sangue, anche se sono più propenso a credere che facessero già parte del mio codice genetico. Una sorta di fattore ereditario.

Nel 1983 ho preso il diploma di geometra e mi sono iscritto alla Facoltà di architettura di Firenze, quella da cui uscivano architetti in grado di progettare “dal cucchiaino alla città”. Ho frequentato per un triennio, ma non ho completato gli studi. In più di una occasione mi è stato detto che ho smesso appena in tempo.

Comunque sia, non ero realmente interessato né ai cucchiaini né alle città: mi affascinava progettare, cioè quel processo attraverso il quale un’idea diventa realtà. Un disegno diventa una casa.

progettazione immobili a Modena

È quello che ho fatto negli ultimi quarant’anni: progettare e costruire case. Tante, grandi e piccole, nuove, ristrutturate o restaurate. Qui ne trovate alcune. Ma non spetta a me dare giudizi o tirare conclusioni sul mio lavoro, posso soltanto citare un principio che mi ha sempre ispirato: “Il bello in architettura è un posto dove vorremmo vivere”.

Alla fine è tutto qui, di una semplicità disarmante. Se guardiamo un edificio, un palazzo, una villa, l’idea che sia “bello” si forma nella nostra mente perché sì, in quel luogo sarebbe bello vivere, lavorare, studiare. Magari andarci in vacanza, o soltanto a cena. Ho sempre pensato che questo debba fare l’architettura, che non è un’arte astratta o una scienza oscura, ma una attività umana che richiede la conoscenza di determinate regole e tecniche, al servizio delle persone e dei loro bisogni.

Posso garantirvi però che la pratica non è altrettanto semplice: ci vuole molta razionalità, ma anche sentimento. Bisogna coniugare la forma e la funzione, che è molto più facile a dirsi che a farsi. Conciliare le regole con le necessità e i desideri. Insomma, un mestieraccio. Ma è il mio lavoro, e non avrei potuto fare nient’altro.

In ultimo, come in ogni curriculum vitae che si rispetti, i miei interessi. Facciamo presto: mi piace leggere. E scrivere. Ho vinto un concorso letterario, pubblicato un romanzo e una raccolta di racconti; questo però non significa che mi consideri uno scrittore. Se proprio siete curiosi, in rete o nel mio Blog trovate tutto.