Le cose non sono mai …

Questa fotografia è esattamente quello che sembra. Due signore portano a spasso un barboncino bianco con un passeggino da bambino. Camminano lentamente, e ogni due passi vengono fermate da persone entusiaste che si rivolgono al cane con un tono di voce più alto di un’ottava del normale.
“Ma che carinoooo! Ma quanto sei bellinoooo! La mamma ti porta a spasso?”
“Siiiiii!” squittisce felice la mamma (del cane).
“Ma c’è anche la nonnaaaa!”
“Siiiiii!” squittisce felice la signora più anziana (evidentemente la mamma della mamma del cane).
Qualcun’altro invece passa, leva lo sguardo al cielo e scuote la testa. E probabilmente pensa – come sto pensando io – che la civiltà occidentale così come la conosciamo stia per finire.


Poi però mi torna in mente una cosa di Wallace, fermo al semaforo sulla sua utilitaria di fianco a un SUV gigantesco. DFW immagina che il proprietario di una simile mostruosità non possa essere che una persona arrogante, esibizionista e bassa di statura. Poi si fa una domanda: e se quella persona fosse sopravvissuta a un tragico incidente stradale; se in quell’incidente, tra le lamiere di una macchinetta grande come una lavatrice, avessero perso la vita delle persone care; se quell’uomo avesse giurato a sé stesso di non guidare mai più un’utilitaria?
Se giudicare è sbagliato, giudicare dalle apparenze lo è ancora di più. Perché le cose non sono mai come sembrano (devo aver scritto un libro su questo argomento).
Forse la signora col passeggino sta elaborando un lutto. Forse il barboncino bianco è il feticcio di un bambino che non c’è più; oppure che non c’è mai stato. Forse questo è l’unico modo che ha trovato per vivere. Forse.
Comunque sia, non c’è da preoccuparsi se ogni tanto nelle nostre granitiche convinzioni si insinua il dubbio: si chiama umanità.

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