Uomini difettosi Gianluca Maleti

Un nuovo libro

È uscito “Uomini difettosi” edito da Antonio Tombolini, che ringrazio assieme ai redattori e collaboratori della casa editrice, tutti molto cortesi e professionali. Ringrazio in particolare Alvaro Zerboni, il curatore della collana “Le Baccanti”, un uomo d’altri tempi che purtroppo ho avuto il piacere di conoscere solo al telefono.

“Uomini difettosi” nonostante la copertina dark e vagamente magrittiana, è un libro che fa ridere. Lo dico senza girarci attorno, perché questa era la mia intenzione. Magari a volte di un riso piuttosto amaro, ma fa ridere. È una raccolta di racconti scritti nell’arco di due anni, a partire dall’estate 2015.

Mi piace scrivere d’estate, si può stare all’aperto e alla mattina presto fa fresco, ma ho iniziato proprio quell’estate perché per me era diversa da tutte le altre. Sei mesi prima mi ero ammalato di una severa cardiopatia e il cardiologo aveva fissato quel termine per decidere se mettermi in lista per il trapianto di cuore.

Sei mesi prima da uomo in buona salute ero diventato un uomo difettoso, proprio come un cristallo incrinato o un abito fallato. E all’improvviso era cambiato tutto, tutto ciò che davo per scontato, in primo luogo la mia stessa vita.

Ho trascorso quei sei mesi trattenendo il respiro, camminando in punta di piedi come qualcuno che sta andando via senza far rumore, finché non è arrivata la buona notizia: potevo tenermi il mio vecchio cuore. Al quale  – inutile dirlo – sono particolarmente affezionato.

Così ho iniziato con entusiasmo a prendere tutti i giorni le mie nuove pillole e a scrivere di uomini difettosi, come me. Ho cercato di farlo con garbo e indulgenza – e soprattutto con ironia – perché sono i nostri difetti a renderci umani.

Abbiamo tutti – uomini e donne – una sorta di “difetto originale”, così come hanno un difetto tutti i protagonisti di questi racconti. Anche Dio – forse – ne ha uno. Ma solo la consapevolezza di non essere perfetti può spingerci a cambiare, a diventare persone migliori.

E iniziare col riderci sopra, magari con questi racconti, potrebbe essere d’aiuto.

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