Una certa idea di immortalità

 

Addio a Umberto Eco, lo scrittore che cambiò la cultura italiana. Ho dovuto leggere per almeno tre volte il titolo del Corriere della Sera prima di riuscire a comprenderne il significato. E cioè che Umberto Eco non c’è più.

Ho provato un senso di vuoto, e la cosa per certi versi mi ha meravigliato. Nel senso che non ho mai conosciuto Umberto Eco, non ho mai assistito ad una sua lezione o conferenza; non l’ho mai visto dal vivo, nemmeno da lontano. Sono soltanto uno dei milioni di individui che ha letto – negli anni ‘80 – Il Nome della Rosa e il Pendolo di Foucault. Poi ricordo di aver iniziato  I limiti dell’interpretazione , e di aver capito da subito che: A – la semiotica per quanto affascinante non faceva per me;  B – i bestsellers per cui è diventato famoso lui li scriveva così, per divertimento, per passarsi il tempo. Tipo parole crociate.

Eco l’ho conosciuto – davvero in senso letterario – grazie all’ Espresso. Da ragazzo partecipai col mio bravo raccontino di 12 cartelle scritte a macchina al concorso letterario Inedito-L’Espresso. Credo fosse il 1982. Non lo vinsi – il concorso – ma il mio racconto in qualche modo fu tra quelli ritenuti meritevoli e ricevetti in omaggio un abbonamento annuale all’Espresso. Tutte le settimane, con qualche giorno di anticipo rispetto all’uscita in edicola – allora funzionava così – ricevevo la mia copia plastificata per posta. L’ultima pagina era quella della Bustina di Minerva, la rubrica settimanale tenuta da Eco, divenuta famosa assieme alla sua caricatura con la matita tra le labbra. La ricordo benissimo. Aveva una faccia simpatica per essere un professore, e un poco invidiavo i suoi studenti.

Umberto Eco se ne è andato questa notte. Non c’è più. Ma non ne sarei così sicuro. Ha scritto libri tradotti in tutte le lingue scritte e parlate e li ha venduti in decine e decine di milioni di copie in tutto il mondo. Un algoritmo potrebbe senz’altro dirci il numero esatto di persone che in questo momento sul pianeta terra stanno leggendo una pagina scritta da Eco: tante, tantissime.

Questo, proprio questo si avvicina per davvero alla mia idea di immortalità.

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